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Elezioni in Gran Bretagna: tra sottomarini e missili nucleari.

Giovedì 7 maggio si vota per il rinnovo del parlamento inglese in una delle più strane elezioni della storia della Gran Bretagna. Nessun partito è dato per favorito e sembra che il tradizionale bipartitismo inglese si sia infranto.Tra le tante questioni affrontate in campagna elettorale vi è anche quella dei sottomarini Trident, la principale arma dell’arsenale nucleare britannico. La posta in gioco è alta, il nuovo governo deciderà infatti se la Gran Bretagna rimarrà una potenza nucleare o meno. Per un quadro generale della situazione vi rimandiamo all’interessante dossier pubblicato dall’ISPI, mentre qui cercheremo di spiegare due cose sulla questione nucleare.

L’arsenale britannico.

La Gran Bretagna è una potenza nucleare dal 1952, anno in cui venne effettuato il primo test atomico inglese, ma da allora il suo arsenale si è notevolmente ridotto. Se inizialmente gli inglesi disponevano sia di armi nucleari trasportabili da bombardieri, sia di missili lanciabili da sottomarini, ora la maggior parte di questi sistemi sono stati posti fuori servizio ed è rimasta solamente la componente navale.

Il principale sistema d’arma utilizzato oggi dalla Royal Navy sono i missili Trident, un tipo di missile balistico trasportato da sottomarini, in servizio dal 1979 e sviluppato insieme agli Stati Uniti. Il Trident fornisce alla Gran Bretagna una capacità di “second strike”, ovvero di poter rispondere anche ad un attacco nucleare a sorpresa. I missili sono infatti trasportati da sottomarini e possono essere lanciati anche quando sono in immersione. I sottomarini sono estremamente difficili da individuare e quindi da neutralizzare in via preventiva per impedire un contrattacco. Tutto ciò fa sì che chiunque voglia attaccare il Regno Unito debba sempre considerare come inevitabile una risposta nucleare. Uno stratagemma di deterrenza piuttosto efficace. Elezioni in Gran Bretagna

Il sottomarino nucleare HMS Vanguard. Photo by CPOA(Phot) Tam McDonald - Defence Imagery. Licensed under OGL via Wikimedia Commons

Il sottomarino nucleare HMS Vanguard. Photo by CPOA(Phot) Tam McDonald – Defence Imagery. Licensed under OGL via Wikimedia Commons

Un Trident ha una gittata di oltre 8.000 km e può trasportare fino a 8 testate nucleari. I Trident inglesi sono lanciati dai sottomarini classe Vanguard, lunghi 149 metri e con un dislocamento in immersione di 15.900 tonnellate. Ciascun sottomarino è in grado di trasportare 16 missili Trident. Di fatto, un solo sottomarino Vanguard dispone di una potenza di fuoco in grado di distruggere un’intera nazione, per questo motivo la Royal Navy ha sempre di pattuglia in mare almeno uno di essi.                                     Elezioni in Gran Bretagna.

Per quanto temibili però i Vanguard iniziano ad invecchiare: varati nel 1993, è previsto che rimangano in servizio ancora una ventina d’anni. La progettazione e la costruzione di una nuova classe di sottomarini è però un processo lungo e costoso. Il governo Cameron ha già approvato la spesa, circa 15 miliardi di sterline, per quattro nuovi sottomarini nel 2011, ma questa scelta è stata molto criticata, tanto da far posporre la decisione definitiva al 2016, quando dovrebbe iniziare la costruzione del primo sottomarino di nuova generazione.

Sottomarini, soldi e kilt.

Da dove vengono le critiche al progetto? In realtà tutte le principali forze politiche inglesi (i conservatori, il Lib-dem e il Labour Party) sono a favore della costruzione della nuova classe di sottomarini, tuttavia, i tagli alla spesa pubblica effettuati negli ultimi anni a causa della crisi hanno fatto sorgere dubbi in molti. I Lib-dem sostengono ad esempio che si dovrebbero valutare delle alternative meno costose, mentre una frangia del laburisti sono nettamente contrari al programma, sia per ragioni economiche che per ragioni di opportunità politica, contestando la necessità di mantenere un arsenale nucleare nel 21esimo secolo.

I principali oppositori del programma sono in realtà gli scozzesi del Scottish National Party, il partito scozzese promotore del referendum sull’indipendenza dello scorso autunno.   Elezioni in Gran Bretagna

 

 

Gli scozzesi hanno più volte dichiarato in passato di essere fermamente contrari alla costruzione di nuovi sottomarini nucleari, principalmente perché la loro base si trova proprio in Scozia e precisamente nel fiordo di Clyde, non molto lontano da Glasgow. Il deposito di armi nucleari presente e i reattori dei sottomarini hanno più volte suscitato le preoccupazioni degli abitanti del luogo, sia per via di ciò che potrebbe accadere in caso di incidente, sia per l’impatto ambientale che la base ha sul territorio. Le manifestazioni e i sit-in di protesta si sono susseguiti ad ondate negli ultimi anni, sempre appoggiati dall’SNP.

Sugli altri temi l’SNP ha posizioni molto vicine al Labour, tanto che un’alleanza tra i due partiti è data per molto probabile se entrambi dovessero confermare i risultati attesi. L’SNP, con i suoi 50 seggi che oggi i sondaggi gli attribuiscono, potrebbe infatti essere determinante per la formazione di una maggioranza in parlamento. Qui casca l’asino: cosa succederebbe ai Vanguard se  al governo ci fosse una coalizione Labour-SNP?

La leader scozzese Nicola Sturgeon per ora ha dichiarato che il suo partito non considererà la questione dei sottomarini nucleari come determinante per la formazione di un’alleanza di governo con il Labour. Tuttavia, una volta insediatasi al governo, la sua posizione potrebbe cambiare e l’opposizione al programma potrebbe trovare consensi trasversali tra i verdi e le frange laburiste.

La fine del Regno Unito come potenza nucleare?

L’annullamento del programma di sostituzione dei Vanguard di fatto decreterebbe la fine del Regno Unito come potenza nucleare, essendo l’unico sistema d’arma dell’arsenale atomico inglese. Il ruolo di potenza mondiale della Gran Bretagna si è notevolmente ridotto dopo il secondo dopoguerra, tanto che oggi è difficile considerarla ancora come tale. La recente crisi economica ha poi inferto un duro colpo alle sopravvissute ambizioni globali inglesi, con tagli alla spesa per la difesa e la politica estera.

Spesa del Regno Unito per la difesa in percentuale sul PIL, 1950-2015. Fonte: ukpublicspending.co.uk

Spesa del Regno Unito per la difesa in percentuale sul PIL, 1950-2015. Fonte: ukpublicspending.co.uk

In questo contesto, in effetti, il mantenimento di un arsenale nucleare è più simbolico che dettato da effettive necessità di sicurezza, considerato anche il mutato ordine mondiale. Come altri fanno notare, ciò non vuol dire necessariamente rinunciare ad un ruolo di potenza, anzi, lo stesso budget potrebbe essere speso per altri mezzi e programmi più utili o più efficaci nel contesto attuale (quali intelligence e forze speciali), o ancora, come propone il Guardian, si potrebbe adottare una soluzione di compromesso mantenendo l’arsenale nucleare ma abbandonando la piattaforma sottomarina per altre soluzioni meno costose e problematiche da mantenere (il deterrente nucleare francese, ad esempio, è basato sia su sottomarini che su bombardieri).

E’ molto probabile che alla fine verrà deciso per il rinnovo del programma Trident qualunque sarà l’esito delle elezioni, tuttavia, quest’episodio dimostra ancora una volta che gli inglesi prima o poi dovranno fare i conti con il declino del paese.