Avrei voluto iniziare con un post su un tema più ampio ma la notizia è recente e in ogni caso, da velista e appassionato di questioni navali, la storia mi interessa molto. No, non c’è nessuna rivolta bolscevica in atto in Svezia, il riferimento è semmai al famoso film con Sean Connery e Alec Baldwin (tratto da un romanzo di Tom Clancy), dato che la vicenda di cui vi parlo assomiglia molto alla trama della pellicola (e poi siamo in ottobre no?). Pochi giorni fa infatti, nelle acque appena di fronte alla capitale svedese, è stato avvistato il periscopio di un sottomarino non identificato. L’avvistamento è avvenuto nell’arcipelago di piccole isole che punteggiano il mare a pochi chilometri dalla costa e che formano un intricato sistema di fiordi e baie, una zona molto frequentata visto che costituisce l’accesso al mare della città e che è una nota meta turistica per gli svedesi durante i weekend (non sono mai stato in Svezia ma so che vi sono molti circoli nautici e alcune regate si svolgono proprio in zona, è un po’ il lido di Stoccolma insomma).
Non ci sarebbe nulla di eclatante se non fosse che la marina militare svedese ha preso molto sul serio la cosa e, in seguito alla diffusione della notizia, ha dichiarato di ritenere affidabile l’avvistamento e di aver ragione di credere che un sottomarino straniero abbia violato le acque territoriali svedesi. I militari hanno quindi avviato una vasta operazione di ricerca che coinvolge aeroplani, elicotteri e diverse navi da guerra e che ormai dura da venerdì. Le autorità svedesi hanno chiuso la zona al traffico aereo e marittimo e hanno persino autorizzato i militari ad utilizzare munizioni vere (e non da esercitazione) nella ricerca.
Nessuna fonte ufficiale ha fatto ipotesi sull’origine del sommergibile, gli svedesi si sono limitati all’espressione “foreign underwater activity”, ma l’ipotesi più ovvia fatta dagli esperti è che si tratti di un sottomarino russo, l’unica nazione al di fuori della Nato (a parte la Svezia stessa) a possedere sommergibili nel mar Baltico. Questa ipotesi è supportata da alcune informazioni pubblicate dai giornali svedesi, ovvero l’intercettazione di un segnale di S.O.S. proveniente dalla zona delle ricerche e indirizzato alla base russa di Kaliningrad. Al largo della costa svedese inoltre è stata avvistata una petroliera russa che sta letteralmente girando in tondo da alcuni giorni, mentre una nave militare russa per il soccorso e il recupero di sommergibili (la Professor Logachev) è uscita dal porto San Pietroburgo l’altro ieri con destinazione ignota, ma la cui rotta è facilmente rintracciabile grazie al sistema AIS e punta proprio verso la zona delle ricerche.
Mosca per ora ha smentito qualsiasi voce su un suo coinvolgimento e ha dichiarato che nessuna unità navale russa si trovi in difficoltà.
Cosa ci fa lì un sommergibile russo?
Durante la guerra fredda si sono verificati diversi incidenti navali tra Svezia e Russia, a partire dal 1962, il più grave dei quali è avvenuto nel 1981 quando un sottomarino nucleare sovietico si è arenato poco distante dalla base militare svedese di Karlskrona creando un incidente diplomatico risoltosi poi con la restituzione della nave all’Unione Sovietica. Gli incidenti e i contatti tra la marina svedese e i sottomarini russi si sono susseguiti per tutti gli anni ’80. Recentemente sono stati nuovamente avvistati movimenti di veicoli subacquei non identificati (ma confermati dai militari svedesi) nel 2011 vicino a Gothenburg.
Le intenzioni sovietiche avevano naturalmente a che fare con lo spionaggio, dato che la maggior parte degli incidenti è avvenuta in prossimità di installazioni militari svedesi. Più difficile ipotizzare invece cosa stia facendo un sommergibile così vicino a Stoccolma. Secondo gli esperti (ma risulta abbastanza ovvio se si guarda la mappa) non si tratterebbe di un mezzo a propulsione nucleare né di uno di grandi dimensioni che difficilmente avrebbe potuto manovrare in un braccio di mare così ristretto e poco profondo. Per quello che ne possiamo sapere, inoltre, non vi sono sottomarini nucleari stanziati nel Mar Baltico, nemmeno dalla Russia. Più probabilmente si tratta di un mini-sommergibile di piccole dimensioni (i termini sottomarino e sommergibile non indicano la stessa cosa, tecnicamente il sommergibile è più piccolo e ha minore autonomia), la Russia, difatti, possiede, ereditati dall’era sovietica, molti mezzi di questo tipo, tra essi i Triton e i Piranha.
Si tratta di sommergibili molto piccoli (meno di dieci metri di lunghezza) che possono trasportare da due a otto persone e che non raggiungono la settimana di autonomia. Il loro ruolo principale è quello di trasportare incursori in territorio nemico, sono molto silenziosi e le loro ridotte dimensioni li rendono estremamente difficili da individuare.
E’ probabile dunque che il sommergibile in questione abbia sbarcato o prelevato delle persone nei pressi di Stoccolma, quali persone e con quali scopi possiamo solo ipotizzarlo. Di certo i recenti avvenimenti in Ucraina gettano una luce piuttosto inquietante sulle azioni dei Russi nei confronti dei loro vicini nel Mar Baltico e quest’ultimo episodio non fa altro che aumentare le tensioni.
Ma non erano neutrali?
La Svezia ha una lunga tradizione di neutralità, il paese infatti non è coinvolto in una guerra dal 1812 (le guerre napoleoniche), secondo la politica impostata dall’allora principe Bernadotte, diplomatico svedese al Congresso di Vienna e in seguito re di Svezia con il nome di Carlo XIV. Le tensioni con i paesi vicini tuttavia non sono mancate, sia durante le guerre mondiali con la Germania, sia durante la Guerra Fredda con la Russia, motivate principalmente dalla posizione strategica del paese nel mar Baltico e dalle sue risorse naturali (ferro e carbone).
Come ha commentato un lettore la notizia della caccia al sottomarino:
The problem with being a nice and cuddly tree-hugging hippie is that not everyone else is.
Per questo motivo la Svezia ha da sempre adottato una politica da essa stessa definita di “neutralità armata”, mantenendo consistenti forze militari proprio per dissuadere i suoi bellicosi vicini dall’attaccare il paese. Oggi le forze armate svedesi possiedono equipaggiamenti molto avanzati e in particolare la Marina si è specializzata nella guerra antisommergibile, con mezzi di superficie e sottomarini che in questi giorni vengono impiegati nelle ricerche dell’intruso. La più impressionante è sicuramente la classe di corvette Visby, una delle quali è impiegata nelle ricerche e dalla cui foto solamente si deduce la modernità (sembra uscita da un film di fantascienza).
Tuttavia, i recenti tagli al bilancio della difesa e l’allentamento delle tensioni politiche con la Russia hanno fatto sì che il paese sia molto meno preparato a questo tipo di emergenze di quanto lo fosse durante la Guerra Fredda. La Svezia ha recentemente ritirato tutti i suoi elicotteri antisommergibile e non li ha ancora sostituiti, a causa di ritardi nelle consegne dei nuovi modelli NH-90 (acquistati anche dall’Italia).
Qual’è il problema dunque?
Di fatto gli svedesi non hanno subito alcun danno, ma è chiaro che la situazione li preoccupa parecchio. L’ingresso di un’unità militare nelle acque territoriali di un altro paese con intenti bellicosi è una grave violazione del diritto internazionale. Il mare territoriale come definito dalla convenzione di Montego Bay (firmata da tutti gli stati che si affacciano sul Baltico, Svezia e Russia comprese) comprende l’area situata fino a 12 miglia dalla costa e lo stato costiero vi esercita la propria autorità come sulla terraferma. Le navi straniere, civili e militari, possono passare attraverso l’area senza autorizzazione purché il loro passaggio sia inoffensivo e non sostino o si ancorino nella zona. I sottomarini nello specifico devono procedere in emersione. Qualora lo stato costiero dovesse ritenere che il passaggio possa avere intenti offensivi (le attività di spionaggio sono considerate tali), esso è autorizzato a impedire il passaggio delle unità straniere anche tramite l’uso della forza e la cattura dell’unità.
Se il sottomarino in questione risultasse effettivamente essere un’unità militare straniera la violazione sarebbe palese in quanto esso procedeva in immersione nelle acque territoriali svedesi e lo stato di appartenenza dovrebbe spiegare esattamente cosa stesse facendo nella zona.
Il segnale di soccorso intercettato però, potrebbe fornire una scusa allo stato proprietario del sommergibile sia esso la Russia o qualcun altro. Una situazione di “estremo pericolo” o “stato di necessità”, infatti, permette ad uno stato di venir meno ai propri obblighi internazionali, con la motivazione di aver agito in senso contrario alla legge per salvare delle vite umane. Il caso citato dai manuali di diritto internazionale è proprio quello di una nave che si rifugia in un porto straniero senza autorizzazione per ripararsi da una tempesta e si applicherebbe perfettamente al misterioso sommergibile di cui scriviamo se esso avesse subito un’avaria.
E ora cosa succede?
Difficile prevedere l’esito della vicenda, molto probabilmente il tutto cadrà nel nulla: un sommergibile del tipo ipotizzato (se di esso si tratta) è molto difficile da individuare e probabilmente è già sfuggito ai militari svedesi.
Una sua eventuale scoperta e cattura, d’altra parte, causerebbe una grave crisi politica con lo stato a cui esso appartiene, soprattutto se si rivelasse che questo è la Russia. Una giustificazione del comportamento del sommergibile può essere quella dello stato di pericolo, ma i russi dovrebbero comunque spiegare cosa stesse facendo nelle acque svedesi, compito piuttosto difficile vista la natura del mezzo, progettato per missioni segrete.
Vi sarebbe poi l’equipaggio del sommergibile che potrebbe rivelare agli svedesi la natura della sua missione e altre informazioni segrete sulle intenzioni del paese da cui è stato inviato, causando un bell’imbarazzo alla Russia o a chi per essa (è successa una cosa molto simile nel noto episodio dell’aereo spia americano U-2 catturato dai sovietici assieme al suo pilota Gary Powers nel 1960).
Sicuramente la Svezia protesterebbe attraverso i canali ufficiali e richiederebbe una compensazione e delle scuse ufficiali per la violazione del suo spazio territoriale, richieste difficili da respingere considerata la flagranza dell’illecito.
In una prospettiva più ampia l’episodio alimenta le preoccupazioni dei paesi dell’est Europa e del Baltico confinanti con la Russia, preoccupazioni già aggravate dalle vicende ucraine. Sicuramente porterà ad un’ulteriore ridefinizione delle politiche di sicurezza di questi paesi, che innalzeranno il livello di guardia (l’Estonia ha già messo in allarme la propria marina) e chiederanno ancora più insistentemente garanzie militari ai loro alleati nella NATO. Questo potrebbe valere anche per la Svezia, che non fa parte della NATO, ma che potrebbe ripensare le proprie politiche di difesa e decidere di dedicare più risorse alle proprie forze armate e in particolare alla propria marina militare, le cui mancanze sono state messe in luce da questa storia. Gli svedesi potrebbero anche stringere relazioni più strette con la NATO, partner naturale nel contrastare le mire espansionistiche della Russia di Putin.
In ogni caso continueremo a seguirne gli sviluppi.
Photo by Marion Doss; CC BY 2.0